Le parole del ceo di Qatar Airways, le stime della Iata sul trasporto aereo e le difficoltà delle altre compagnie fra Usa e Ue
Tra I più colpiti dalle conseguenze della pandemia, il settore aereo non sa che pesci pigliare – a parte gli aiuti del governo – per proseguire il proprio business.
L’ultimo a lanciare l’allarme è Akbar Al Baker, ceo di Qatar Airways, che vede nero all’orizzonte. “Il peggio non è finito per ciascuna compagnia, non solo per Qatar Airways”, è stata la sua testimonianza ai microfoni di CNBC.
IL PEGGIO NON E’ FINITO, DICHIARA IL CEO DI QATAR AIRWAYS
Le prospettive per le compagnie aeree, sottolinea Al Baker, appaiono cupe un po’ ovunque a causa del ritorno di fiamma del coronavirus e dei nuovi lockdown che si riverberano automaticamente sul settore, desertificandolo.
Ecco perché Al Baker, la cui compagnia è dovuto passare quest’anno attraverso un bailout di 2 miliardi di dollari, prevede che “presto ci saranno altri bailout in Europa (e) ci sanno altri fallimenti nel mondo. Perché penso che la seconda ondata… sia più severa della prima”.
I dati in effetti parlano chiaro; le stime di S&P Global sulla domanda complessiva di viaggi sono abbassate di un buon 70%, quest’anno rispetto a quello precedente, e IATA non vede all’orizzonte alcuna ripresa ai livelli pre-pandemici addirittura prima del 2024.
LA STIMA SULLA DOMANDA COMPLESSIVA DI VIAGGI SI E’ ABBASSATA DEL 70%
Questo, per Qatar Airways, ha comportato una perdita record di 1,9 miliari di dollari per l’anno finanziario 2019-2020, dovuta tanto alla pandemia tanto al blocco a cui il Qatar è sottoposto dalle altre monarchie del Golfo.
43 COMPAGNIE AEREE SONO STATE COSTRETTE A CHIUDERE I BATTENTI QUEST’ANNO
Ma sono 43 le compagnie aeree che quest’anno sono state addirittura costrette a chiudere i battenti, mentre ben 485 aerei giacciono inerti sul suolo senza ricevere alcuna destinazione.
LE TENDENZE
Tutto questo, nota la società di dati Cirium, si pone in netto contrasto con la precedente espansione che aveva portato il settore a raddoppiare il traffico aereo nell’arco di dieci anni.
Da ceo navigato qual è, Ali Baker non può che concordare con gli analisti nel settore nel vedere all’orizzonte due fenomeni: la chiusura di nuove compagnie e l’avvio di un processo monopolistico.
LE PROSPETTIVE
“Penso che ci sarà una maggiore riduzione nella capacità, il che non è buono per il settore del trasporto perché conferisce una situazione monopolistica a certe compagnie che volevano esattamente questo”.
LE PERDITE
Ali Baker proprio non riesce a vedere un futuro: “Ho bisogno di dire anzi che le nostre perdite continueranno perché (…) non ci sono più passeggeri da portare” e, peraltro, molti aeroporti sono chiusi.
LE STIME
L’International Air Transport Association (IATA) questa settimana ha messo tutti sull’attenti; secondo le sue stime, l’industria aerea brucerà in cash nella seconda metà di quest’anno almeno 77 miliardi di dollari, con un deflusso che continuerà nell’anno a venire per un ammontare di 5 o 6 miliardi ogni mese.
LE ACCUSE
In questa situazione, il CEO di Qatar Airways non può che prendersela con quegli aeroporti e governi che continuano a tenere chiuso il traffico aereo in entrata, “una decisione veramente stupida”,
L’unica via d’uscita, per Ali Baker ma non solo, è l’ingresso in forze del governo con massicci aiuti per sostenere un settore vitale e, attraverso questo l’intera economia.
IN AMERICA SI ATTENDE L’INTESA TRA DEM E REPUBBLICANI
Anche negli Usa la situazione delle compagnie aeree è disastrosa, al punto che esse, tutte insieme, stanno implorando – per il momento invano – Congresso e governo di varare un pacchetto di aiuti da 25 + 25 miliardi di dollari per salvare il salvabile.
Questa somma si andrebbe ad aggiungere agli altri 50 miliardi che le compagnie aeree hanno ricevuto dal governo federale in aprile all’epoca del varo del primo pacchetto anti-Covid.
Intense discussioni sono in corso tra i partiti per capire se valga la pena operare un nuovo bailout, o se lasciare che le forze del mercato abbiano la meglio. A tifare per un nuovo pacchetto sono in particolare i democratici, mentre tra i rigoristi fiscali in seno ai repubblicani prevale la volontà di non scucire un centesimo
LA SVALUTAZIONE DI LUFTHANSA
Anche in Germania sono costretti a fare i conti con un mercato paralizzato e una ripresa dei voli più lenta del previsto.
In questo contesto, Lufthansa ha optato per una una svalutazione fino a 1,1 miliardi di euro nel terzo trimestre degli aeromobili parcheggiati a lungo termine e di quelli che devono essere eliminati. Fra questi si contano 8 Airbus A380 e 10 Airbus A340-600.
Nel lungo termine, inoltre, Lufthansa ha previsto una permanente riduzione “della capacità a livello di gruppo di 150 aeromobili a partire dalla metà del decennio”.
A pagare il prezzo della pandemia in Lufthansa saranno poi anche i dipendenti, visyto che la compagnia ha annunciato esuberi per almeno 22 mila unità.
LA RISTRUTTURAZIONE DI EASYJET
La compagnia low cost ha stimato una perdita al lordo delle imposte, per l’anno fiscale che termina il 30 settembre, tra 815 milioni di sterline e 845 milioni di sterline, rispetto a un utile di 427 milioni registrato al termine dell’anno fiscale 2019.
La drastica perdita trova giustificazione nel crollo dei passeggeri, crollati del 50%, a 48 milioni di unità con un calo della capacità del 48%, ovvero 55 milioni di posti.
Il load factor, ovvero la percentuale di riempimento dei velivoli, è sceso del 4,3% (87,2%).
In questo contesto difficile, la compagnia ha deciso di avviare un’importante ristrutturazione: easyJet, si legge nel comunicato stampa dell’azienda, è pronta al taglio del 30% dei dipendenti, ed ad una ottimizzazione della rete e delle basi, alcune delle quali saranno chiuse.