Sabato incontri, passeggiate e spettacoli lungo le strade del quartiere multiculturale di Udine.
Se si chiede a qualcuno cosa pensi del quartiere della Stazione a Udine la risposta molto probabilmente sarà che si tratta di una sorta di ghetto per soli immigrati sorvegliati addirittura dall’esercito. Ma gli abitanti di questa zona della città, poco più di 2.000, sono ancora in maggioranza italiani come tricolori sono le storie che animano un’area in cui anche le architetture – il Palazzo di Vetro, il più famoso, porta la firma di Ermes Midena – parlano di relazioni col mondo. E proprio l’opera che l’architetto di San Daniele donò nel 1936 al quartiere farà da sfondo ad una delle “stazioni” della passeggiata culturale – culmine di una festa che si svilupperà tutta la giornata di sabato in Borgo Stazione – in cui a parlare saranno i vecchi residenti come i nuovi. Un cammino e un racconto che si svilupperà sotto la regia di chi, il sociologo Marco Orioles, il quartiere ha cominciato a raccontarlo tanti anni fa parlandone in libri, articoli giornalistici, ma anche con un intero documentario pubblicato nel 2019 dal Messaggero Veneto che è solo uno dei circa duecento video che alimentano il suo canale YouTube dedicato “all’incontro e agli scontri tra le culture”. Orioles, che vive proprio lì, con l’aiuto di chi è attivo nel quartiere come le associazioni, le comunità, il colombiano Saul Solorzano, il barbiere marocchino Rachid Lagdah, l’esercente cinese Cai FangFang col padre Cai, il fondatore della Biblioteca dell’Africa Umberto Marin e l’imprenditore Luigi Armano ha lanciato ora una sfida: trasformare la “Passeggiata sotto le magnolie in fiore di via Roma”, iniziativa carbonara promossa dal 2021 dallo studioso di origini siciliane (“ma sono nato a Udin”, scherza), in un’autentica kermesse sulla multiculturalità. Un evento con tanti ospiti che farà immergere i partecipanti anche nelle radici tutte autoctone di un angolo di Udine tradizionalmente dedicato agli arrivi come alle partenze. “Il viaggio di questo quartiere”, spiega Orioles, “inizia con Odorico da Pordenone, il frate le cui spoglie sono custodite nella parrocchia del quartiere e che fece nel ‘300 un pellegrinaggio fino in Cina tanto da meritarsi l’appellativo di ‘Apostolo dei Cinesi’. E arriva fino ai quattro bar, tutti cinesi, di quel crocevia che è Viale Leopardi. Un lungo itinerario”, aggiunge, “che sarà rievocato dalle stesse persone che vivono e operano in Borgo Stazione e che passa senza soluzione di continuità da quel genio anticonformista di Midena a quel ‘bangla’ che si chiama Shahdat Hossain che nel 2015 ha aperto la moschea in via della Rosta”. Borgo Stazione è tutto tranne che un non luogo come dimostra il suo emporio multiculturale che sarà visitato durante il “Viaggio tra i negozi etnici” organizzato in collaborazione con Confcommercio. Ma la giornata sarà aperta da una riflessione sul destino da dare a un’area per molti perduta: un dibattito cui parteciperanno esponenti istituzionali (presenti per la Giunta Ivano Marchiol e Alessandro Venanzi) e delle comunità religiose, la dirigente della scuola “Dante” e gli stessi Marin e Orioles il quale svelerà un’altra sorpresa: i nuovi dati statistici sui residenti da cui emerge il sorpasso degli stranieri avvenuto in due vie. Alle 12.30 pranzo allo Starbox, cui seguirà il viaggio tra i negozi etnici e, alle 16:30, la passeggiata sotto le magnolie in sei stazioni. Seguirà un contest fotografico e alle 17:45 l’aperitivo dadaista sul marciapiede del Caffé Corin sotto la regia di Rocco Burtone.