skip to Main Content

L’Europa non può digerire il progetto di Erdogan

Pubblicato il 24/03/2017 - Il Friuli

Che succede tra Europa e Turchia? La domanda più appropriata è però: quali recriminazioni ha Erdogan nei nostri confronti? Il presidente turco ha di recente preso di mira più governi del Vecchio Continente: Austria, Svizzera, Germania, Olanda. L’accusa? Aver negato ai suoi ministri la possibilità di tenere comizi in vista del referendum costituzionale che si terrà in Turchia il prossimo 16 aprile. Un diniego che non si spiega, se non prestando molta attenzione a ciò che quel referendum implica, ossia la trasformazione della Turchia in repubblica presidenziale. Una riforma, quella voluta dal partito di Erdogan AKP, che attribuirebbe poteri assoluti al Capo dello Stato. Si capisce perciò quanto importante sia per Erdogan che il referendum vada nel verso giusto. I sondaggi tuttavia dicono che la sua sfida è lungi dall’essere vinta. Molti elettori, anche dello stesso AKP, sono titubanti di fronte alla possibilità che l’uomo forte di Ankara diventi un autocrate. Per non parlare dei curdi, che da un paio d’anni a questa parte sono tornati ad essere etichettati e trattati come nemici della patria. Ecco perché il cospicuo bacino elettorale costituito dalla diaspora turca in Europa va, secondo Erdogan, blandito. Anche qui però i turchi sono spaccati, tra chi abbraccia la riforma e chi invece si oppone. Di qui dunque, la necessità dei comizi. Che però, nell’opinione dei governi europei, sono inopportuni. Perché, si ritiene, non è auspicabile ritrovarsi in casa le tensioni che attraversano la Turchia. Un assaggio lo si è visto a Francoforte qualche giorno fa, quando trentamila turchi di etnia curda sono scesi in piazza per urlare il loro “no” alla riforma presidenzialista. Ma ci sono anche segnali sotto traccia che non vanno sottovalutati. Il governo danese ha convocato l’ambasciatore turco per chiedergli conto delle minacce ricevute da alcuni suoi cittadini di origine turca che avevano postato sui social media commenti negativi su Erdogan. Gli strascichi europei della campagna elettorale turca sono dunque preoccupanti e danno ragione a chi, come il premier olandese Mark Rutte, ha sbattuto la porta in faccia al ministro degli esteri turco e alla collega del dicastero della famiglia. Ma c’è un altro, inconfessato motivo a guidare le decisioni dei governi europei. A questi ultimi, non va a genio che Erdogan allontani la Turchia dagli standard democratici. Risulta poi indigeribile la possibilità che lo stesso Erdogan rimanga nel suo palazzo di 1.100 stanze fino al 2029. L’Europa ha pertanto deciso, in coerenza con i propri valori, di remare contro questo progetto. Nella speranza che l’elettorato turco prenda nota.

Erdoğan Recep TayyipEuropaIl FriuliTurchia
Stampa

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.

Back To Top

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.