«Nel nostro Centro non ci sono estremisti e se notiamo tra i nuovi arrivi persone sospette siamo pronti a collaborare con le forze di polizia». Fouzi Mjoual, il segretario del Centro misericordia e solidarietà (la moschea di via Marano), ha rassicurato i presenti al dibattito “Nuovi friulani: i figli degli immigrati, l’islam e il futuro della nostra società”, organizzato in occasione della 68ª festa de L’Unità di Pradamano.
«Noi – ha aggiunto – portiamo avanti il messaggio di pace e di non violenza del nostro profeta Maometto e abbiamo un regolamento interno nel nostro centro basato sul rispetto dei patti con lo Stato che ci ospita». Fouzi Mjoual è anche uno dei referenti del gruppo Giovani Psm (Partecipazione & spiritualità musulmana) che dopo l’attentato di Charlie Hebdo aveva organizzato una manifestazione contro il terrorismo, e ora ha in mente altri progetti. «A settembre – ha annunciato – apriremo le porte del nostro Centro di via Marano per l’inaugurazione». Grazie alle donazioni delle centinaia di fedeli e a un prestito bancario, l’immobile, del valore di 400 mila euro, è stato acquistato dai mussulmani. «Ci è voluto un anno per raggiungere il traguardo – spiega il segretario della moschea –, perfezioneremo l’operazione a fine mese».
Ma via Marano è solo uno dei centri islamici in regione. «Questi luoghi di culto – ha affermato il sociologo Marco Orioles, autore del volume “E dei figli, che ne facciamo?”, che presenta i risultati di una ricerca condotta in Fvg sui centri islamici – si stanno diffondendo in periferia: da Terzo d’Aquileia, a Spilimbergo, San Daniele, Tarcento e Cividale». «La religione – ha aggiunto Orioles – sta diventando un carattere identitario della seconda generazione di immigrati. L’Islam è una religione plurale, con varie anime. Lo jihadismo cerca di scalare al potere tra i mussulmani europei. Questi luoghi di culto sono i nostri alleati contro il terrorismo che preferisce fare proseliti su internet».
«Proprio attraverso il Psm – ha precisato Fouzi Mjoual – aiutiamo gli immigrati a partecipare alla vita della società italiana e ad acquisire il senso di responsabilità”. E a portare uno sguardo sul mondo femminile islamico è stata Btissam Achban, giovane marocchina, attualmente iscritta al primo anno di università all’ateneo friulano “Noi donne non ci sentiamo discriminate».