L’articolo di Elisa Michellut per il Messaggero Veneto sulla cena in moschea col sindaco di Udine Alberto Felice De Toni e l’assessore alla Cultura Federico Pirone dopo l’invito del presidente dei Pacifici di Udine Shahdat Hossain e del sociologo Marco Orioles, esperto di Islam e amico della comunità bengalese.
«Le dichiarazioni del Ministro Giuseppe Valditara – tetto massimo di stranieri del 20% nelle classi – espresse nei giorni scorsi ci trovano profondamente in disaccordo». L’assessore alla Cultura e Istruzione Federico Pirone, presente, ieri sera, assieme al sindaco Alberto Felice De Toni e al consigliere delegato alle Relazioni con le comunità religiose Alessandro Vigna, alla tradizionale cena “spezza Ramadan” alla Moschea di via della Rosta, si è concentrato sul ruolo delle scuole e dell’educazione. «Una società rivolta al futuro – ha detto – non può che costruirsi tra i banchi di scuola e il modello delle “classi ghetto” non è una risposta adeguata. La scuola è il luogo imprescindibile dove si costruisce l’integrazione di una comunità: i bambini non conoscono differenze, non siamo noi a dovergliele creare. Lasciamoli fuori dalle ideologie».
Un invito in moschea, quello di ieri sera, per condividere con il primo cittadino una delle trenta cene di rottura del digiuno – in arabo “Iftar” – che segnano il mese sacro del Ramadan. L’idea è partita dal presidente del centro “Pacifici di Udine” di via della Rosta, Shahdat Hossain, che, con la collaborazione del sociologo Marco Orioles, amico della comunità ed esperto di Islam e integrazione, ha organizzato un evento all’interno della moschea, frequentata da musulmani di cinquanta diverse nazionalità. L’ingresso del primo cittadino nell’ampia sala, ricavata da un ex supermercato, è coinciso con la preghiera delle 19.40. Dalla stanza ricoperta da lunghe file di tappeti verdi il gruppo si è quindi spostato in un’altra stanza per la degustazione delle pietanze preparate attingendo alle variegate tradizioni dei Paesi di provenienza. Niente alcol a tavola, dove, tra una portata e l’altra, si è discusso a lungo dei temi della convivenza in contesti multireligiosi come Udine, dove le moschee sono tre.
«Sono profondamente onorato che il sindaco De Toni abbia accettato il nostro invito – le parole di Shahdat Hossain –. La presenza dell’amministrazione comunale è il riconoscimento più alto della nostra integrazione non solo come comunità ma anche come lavoratori, famiglie e minori studenti di questa città». Il sindaco De Toni ha sottolineato la volontà dell’amministrazione di lavorare per l’integrazione delle diverse etnie. «La città che abbiamo in mente è aperta, accogliente e multiculturale – ha sottolineato –. Tengo per questo a ringraziare la comunità musulmana di via della Rosta e l’associazione Pacifici che ci ha invitato a partecipare a questo importante appuntamento della tradizione islamica. Il Ramadan rappresenta un periodo di riflessione, spiritualità e solidarietà per i fedeli musulmani di tutto il mondo sia nella dimensione personale e familiare, sia in quella sociale e di comunità».
Il sindaco ha ribadito che l’amministrazione è un fianco di tutte le comunità religiose del territorio. «Siamo stati presenti alla celebrazione della Pasqua in Duomo e siamo presenti qui questa sera. Davanti alle differenze culturali, sociali e religiose noi non intendiamo farci fautori di un messaggio strumentale e divisivo che conduce all’odio e alla rabbia, ma piuttosto di un’idea di integrazione sociale, religiosa e culturale. Udine è una città che fa dell’inclusione e dell’accoglienza un valore aggiunto: il 14 per cento dei cittadini sono di origine straniera. Il ruolo della politica – ha concluso – non è fare differenze all’interno della comunità ma garantire a tutti diritti, servizi e rispetto, indipendentemente dalle origini, dall’estrazione sociale e dalla fede religiosa. Chiunque abiti a Udine è un cittadino udinese».