Come si muovono gli Stati Uniti – in funzione anti Cina – in Africa. Il caso del gas in Mozambico
Ha proprio ragione Charles Robertson, analista alla banca moscovita Renaissance Capital, quando afferma che gli Usa “stanno cominciando a fare sul serio in Africa a causa della loro rivalità con la Cina – e l’Africa è probabilmente il miglior beneficiario di tutto questo”.
IN MOZAMBICO RISERVE STIMATE DI 100 TRILIONI DI MC DI GAS
Non c’è posto migliore per andare a verificare questa asserzione del Mozambico, dove di recente sono state fatte importanti scoperte di gas: si stima che il paese detenga riserve pari a ben 100 trilioni di metri cubi e sia dunque una delle nazioni con le riserve più liquide al mondo.
Tali scoperte hanno ovviamente allertato subito la China national Petroleum Corporation, che ha sviluppato una partner con ExxonMobil per sviluppare un impianto in Mozambico.
LA CINA PARTNER PRINCIPALE DEL MOZAMBICO
La Cina è, d’altronde, il partner privilegiato del Mozambico e di tanti altri paesi africani, come dimostrano i generosi aiuti erogati in questi ultimi anni che fanno impallidire quelli americani. A fronte dei ben 87 miliardi stanziati dalla China Import Bank, fanno infatti una magra figura i 12,4 miliardi di fondi destinati al continente dall’Us-Export-Import Bank (Exim) tra il 2009 e il 2019, 2 dei quali al solo Mozambico.
E la Cina è, ovviamente, anche il principale partner commerciale del continente, con 208,7 milioni di interscambio commerciale contro gli appena 56,9 con gli Usa.
IL PRESTITO DI EXIM PER UN IMPIANTO LNG IN MOZAMBICO
Stavolta però gli Stati Uniti sono riusciti a tirare il colpo gobbo con l’approvazione da parte di Exim di un prestito di 4,7 miliardi di dollari – il più grande mai erogato nella storia di questo istituto per i paesi subsahariani – per realizzare un impianto di GNL nella penisola di Afungi.
Il contratto prevede delle clausole che impegnano il costruttore a usare materiale made in America che sarà poi impiegato dalla francese Total per la produzione del Gnl.
Si tratta di un colpo da maestro anche perché pure Cina e Russia erano interessate all’affare. Ma una manovra americana sul board di Exim, recentemente rinnovato dal Senato Usa, ha portato il progetto sulla pista di lancio e da lì non si è fermato più.
Il colpo in Mozambico potrebbe essere inoltre solo il primo di una lunga serie. Come spiega Kevin Gallagher, docente all’Università di Bioston, nel solo 2018 la EXim a finanziato ben 79 progetti nell’Africa subsahariana per un ammontare complessivo di circa 39 miliardi di dollari, 5 dei quali sono quelli allocati per l’impianto in Mozambico.
Non è ancora abbastanza per rivaleggiare con la generosità cinese, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.