Il giorno dopo il no della giunta comunale alla festa islamica, nulla è cambiato. A poco o nulla è servita la mediazione tentata dal sociologo Marco Orioles, che si è prestato a dare una mano alle tre associazioni musulmane della città, desiderose di dar vita a un evento multiculturale in via della Rosta. Orioles che ieri sera ha pubblicato, sul suo profilo Facebook un intervento di Shahdat Hossain, presidente de i Pacifici di Udine: «Ci riproveremo, non abbiamo nessuna intenzione di “invadere” via della Rosta; siamo cittadini come gli altri e non capiamo perchè non possiamo fare questa festa su quella strada».
Il sindaco Pietro Fontanini, dunque, resta della sua posizione: in quella strada non ci sarà alcuna festa, sia per la vicinanza con il cantiere di via Aquileia sia per il rischio di disturbare il sonno degli udinesi. E sulla possibilità di indicare una location alternativa, il primo cittadino è chiaro: «Devono essere loro a proporre un luogo diverso, poi spetterà al Comune esprimersi al riguardo. Devono comportarsi come fanno tutti i cittadini di Udine o perché sono islamici pensano di poter fare ciò che vogliono?».
Detto questo il sindaco suggerisce di immaginare un posto fuori città, lontano dal centro abitato: «Penso a un capannone per la festa allestito in una zona dove non ci sia disturbo per i residenti, come il parco del Cormôr».
Sulla questione prende posizione anche il capogruppo di Progetto Innovare, Federico Pirone: «Se la motivazione del rifiuto è solo tecnica, soprattutto per la concomitanza con il cantiere – chiarisce – il sindaco conceda uno spazio alternativo compatibile con le richieste dell’associazione: un’amministrazione comunale non può essere guidata solo dal pregiudizio e dall’ostilità e alimentare astio. Un sindaco è sindaco di tutti i cittadini: rifiutare una mano tesa è sempre segno di debolezza, e l’arroganza del potere è sempre pagata a caro prezzo. A quanto risulta, le comunità islamiche – aggiunge – hanno inteso questa festa come un’occasione di dialogo con il resto della città, con le altre comunità religiose, invitando a intervenire i rappresentanti di quella cattolica, della comunità ebraica, oltre alla stessa amministrazione comunale. Un’occasione di pace e di dialogo – chiude Pirone – utile a costruire e immaginare una città diversa».
E per commentare il no alla festa islamica di via della Rosta, c’è chi tira in ballo la recente cena in bianco e nero promossa in via Poscolle durante gli Europei Under 21: «Devo essere sincero: non ho mai sopportato l’esibizionismo pro immigrati di Honsell, così come non tollero la becera propaganda di Fontanini – afferma il capogruppo di Prima Udine, Enrico Bertossi –. Bisogna essere equilibrati e cercare il dialogo. In via Poscolle si possono fare cene e cagnara fino a tardi e in via della Rosta no? Ci sarà una regola che vale per tutti? Se ha tanto a cuore la quiete dei cittadini, perché non interviene in via Valvasone dove da anni non dorme più nessuno? ».
La sensazione è che la cena proposta dalle comunità islamiche udinesi non si farà né in via della Rosta né altrove.
La data scelta, quella del 18 agosto, non era causale, ma arrivava pochi giorni la Festa del Sacrificio, momento molto sentito dai musulmani.
«Resta l’amarezza – evidenzia Orioles – in chi ha tentato di offrire alla città, con un coinvolgimento del sindaco, un segnale inequivocabile di integrazione». —