Il forcing di Trump anti Huawei, la posizione della Germania e i rapporti consolidati di Deutsche Telekom con il colosso cinese
Di tutti i paesi europei che hanno subito pressioni dagli Usa per mettere al bando Huawei dal 5G, quello che ha esercitato maggiori resistenze è stato senza dubbio la Germania.
Come ricorda il quotidiano Politico, la cancelliera Angela Merkel ha fatto tutto quanto in suo potere – compreso liquidare le obiezioni di ministri di peso come quello degli esteri Heiko Maas e ignorare quelle dei partner di governo dell’SPD – affinché la presenza di Huawei nel 5G nazionale fosse tutelata almeno in parte.
Molti, giustamente, hanno visto nelle posizioni di Merkel il riflesso della preoccupazione di Deutsche Telekom – di cui lo Stato tedesco detiene una quota del 14,5% – di essere costretti a ritardare, causa cambio del fornitore principale, il decollo della rete nonché a sostenere costi aggiuntivi. Oltre a ciò, vi era anche il timore di possibili ritorsioni commerciali da parte della Cina.
Ebbene, quel che Angela Merkel forse non poteva sapere, ma che Politico ha scoperchiato venendo in possesso di documenti interni, è che Deutsche Telekom e Huawei erano segretamente convolati a nozze siglando un accordo che ne cementava la collaborazione.
L’accordo risalirebbe a maggio del 2019 e contiene alcune clausole che, col senno di poi, possono apparire sorprendenti.
Quasi prevedendo il bando che il governo usa ha imposto lo stesso mese ai fornitori americani nei confronti di Huawei, quest’ultima siglava con Deutsche Telekom un’intesa che la metteva al riparo proprio dalle conseguenze di decisioni simili, i cui costi in base all’intesa sarebbero stati infatti sostenuti dall’operatore telefonico.
Non è tutto. Proprio in previsione del bando Usa, l’accordo prevedeva che Huawei aiutasse Deutsche Telekom ad allestire una sorta di magazzini di emergenza con le parti di ricambio nei paesi in cui l’operatore ha accordi di collaborazione come Polonia, Repubblica Ceca od Olanda.
Si tratta evidentemente di una misura prudenziale pensata in vista di un eventuale cedimento del governo tedesco alle pressioni Usa e ad un improvviso venir meno forzoso dell’accordo tra Huawei e Deutsche Telekom. Quelle parti di ricambio avrebbero permesso infatti all’operatore di continuare ad avere un accesso privilegiato alle attrezzature Huawei e di operare tranquillamente la propria rete con un lasso di tempo utile per trovare rimedi.
La scoperta fatta da Politico aiuta a capire come mai, nei mesi successivi all’accordo, ambedue le parti abbiano fatto riferimento all’altra in modo più che lusinghiero, con Deutsche Telekom a insistere che Huawei rappresentava un “partner strategico chiave per i nostri piani 5G” e l’azienda cinese a replicare che l’operatore tedesco era un “cliente preferito” per le proprie attrezzature.
Ma la verità, anche dietro l’accordo segreto del maggio 2019, potrebbe celarsi in un dato che nessuno conosce: la percentuale delle reti Deutsche Telekom costituite da materiale made in China.
La compagnia si è sempre rifiutata di rivelarlo, ma di recente un suo documento interno rivelato dal quotidiano Handelsblatt ha messo a nudo come per Deutsche Telekom lo scenario di un bando a Huawei rappresenterebbe una sorta di “armageddon” per l’azienda.