Gli ultimi dati sull’occupazione negli Stati Uniti fanno gioire i trumpiani, quelli sulla bilancia commerciale sono sbandierati dagli anti trumpiani. Ecco numeri e commenti
Doccia scozzese dai dati economici ieri per i trumpiani.
La giornata era cominciata con la notizia più bella di tutte, le nuove rilevazoni del Dipartimento sul Lavoro che mostrano come gli occupati siano aumentati di 1,37 milioni nel mese di agosto e che nello stesso periodo la disoccupazione era scesa all’8,4%.
LE NUOVE RILEVAZIONI MOSTRANO UN AUMENTO DEGLI OCCUPATI E UNA DIMINUZIONE DELLA DISOCCUPAZIONE
Particolare gioia ha suscitato il dato del tasso di disoccupazione, che risulta il più basso da quando è cominciata l’emergenza Covid-19. Ma anche un altro indice che misura i lavoratori scoraggiati ha segnato un importante calo dal 16,5% di luglio al 14,2% di agosto, dopo aver raggiunto ad aprile il picco del 22,8%.
La cosa straordinaria di questi dati è che hanno sorpreso gli economisti, che si attendevano dati decisamente meno fausti: massimo +10,2% per la crescita degli occupati e 9,8% per la disoccupazione,
“E’ stato un altro giorno per il lavoro in America e per I lavoratori americani”, ha potuto gioire il vicepresidente Mike Pence, per il quale il tasso di disoccupazione ad una sola cifra indica chiaramente “che è in corso il ritorno dell’America”
Il comprensibile entusiasmo di Pence è condiviso ma anche parzialmente smorzato dal capo degli analisti di Citizens Bank, Tont Bedikian: “Ci stiamo muovendo nella giusta direzione e la tempistica del recupero dei posti di lavoro sembra essersi buona ma sembra che ci vorrà del tempo – e probabilmente un vaccino – per tornare al punto da cui eravamo partiti all’inizio dell’anno”. .
Fin qui le buone notizie. Quelle cattive, almeno per i trumpiani, sono arrivate dal Dipartimento del Commercio, che ha diffuso i dati sulla bilancia commerciale aggiornati al mese precedente.
IL DEFICIT COMMERCIALE A LUGLIO DEGLI USA E’ STATO IL PIU’ ALTO DA 12 ANNI
Ebbene, a luglio gli Usa registravano un deficit commerciale di 63,6 miliardi di dollari, il più alto da 12 anni a questa parte.
Il gap tra quanto l’America esporta ed acquista è anzi aumentato nel mese di giugno di ben il 18,9%, quando toccava quota 53,5 miliardi di dollari.
Questa performance viene attribuita dal Dipartimento ad un aumento record nelle importazioni, che sono salite a ben 231,7 milioni di dollari, anche se in parallelo si è registrato anche un aumento dell’export di beni Usa, salito del 8,1% a quota 168,1 miliardi
La cosa che sorprende, e che avrà mandato su tutte le furie i trumpiani, è che questi dati si materializzano mentre è in carica, sebbene ancora per poco, un’amministrazione che ha sparso fuoco e fiamme per ridurre il deficit commerciale con i paesi considerati “scrocconi”.
NONOSTANTE LA REVISIONE DEL NAFTA, IL DEFICIT COL MESSICO HA TOCCATO QUOTA 10,6 MILIARDI
Ma un conto sono le parole e un conto i fatti, e il deficit commerciale con il Messico, salito al livello record di 10,6 miliardi, dimostra che il lavoro fatto con la rinegoziazione del NAFTA è servito a ben poco.
IL DEFICIT CON LA CINA A LUGLIO ERA A 31,6 MILIARDI, E’ AUMENTATO RISPETTO A GIUGNO ED E’ PIU’ ALTO CHE NEL 2016
Ma niente avrà imbestialito la Casa Bianca più del deficit registrato con la Cina, che avendo raggiunto quota 31,6 miliardi ha registrato di fatto un aumento dell’11,5% rispetto al mese precedente, quando il deficit era il 3,46% più favorevole a quota 32,8 miliardi di dollari.
Si spera che nessuno, nel frattempo, abbia sussurrato nell’orecchio del presidente – come ha puntualmente osservato il il South China Morning Post – l’odierno deficit con la Cina è del 9,15% più grande di quanto lo sia stato quando, nel 2016, partì lancia in resta nella sua campagna contro Pechino accusata, Trump dixit, di “stuprare” l’economia americana.
È stata insomma una giornata sull’ottovolante per i trumpiani, che sono andati a dormire con un occhio chiuso ed uno aperto.