Clorochina anti Covid-19? Le differenze di vedute fra Trump e Fauci. Il dibattito fra gli esperti negli Stati Uniti. L’articolo di Reuters. E gli scenari. L’approfondimento di Marco Orioles
Che sia finalmente sbucato un rimedio portentoso contro il Covid-19 che ci salverà tutti dalla sicura fine?
Sebbene la risposta sia no – si tratta semplicemente di un farmaco antivirale già utilizzato contro la malaria e l’artrite reumatoide, ma che l’OMS sta comunque prendendo in considerazione, come fa di rito, anche per il virus venuto da Wuhan – per tutto il weekend l’America, capitanata da Donald Trump, ha discusso in lungo e in largo sulle virtù e i rischi della clorochina e dell’idrossiclorochina.
Era stato proprio The Donald, giovedì scorso, ad annunciare alla nazione che avrebbe tolto di mezzo tutti gli impicci burocratici (“slashing all the red tape”) per permettere alla Food And Drug Administration di approvare, sebbene con una sola autorizzazione d’emergenza, le terapie sperimentali contro il Coronavirus testate nel frattempo dalle case farmaceutiche di mezzo mondo che, sempre secondo il presidente, stavano mostrando “risultati precoci molto incoraggianti”.
È a quel punto che il capo della Casa Bianca ha pronunciato le formule magiche: si chiamano per l’appunto clorochina e remdevsir, quest’ultimo già impiegato per sconfiggere il micidiale virus chiamato Ebola.
Ma non appena il tycon aveva finito di proferire tali parole, lo Zar della task force Usa anti-Coronavirus voluto proprio da Trump, ossia l’immunologo Anthony Fauci, si preoccupava di smentire in tempo reale il suo presidente sottolineando, nella medesima conferenza stampa alla Casa Bianca, che non vi era ancora alcun rimedio disponibile.
Il giorno prima, d’altra parte, lo stesso Fauci aveva rilasciato un’intervista all’American Medical Association nella quale sosteneva che le prove dell’efficacia contro il Covid-19 dei farmaci attualmente in fase di studio sono sostanzialmente aneddotiche.
Ma la pietra tombale alla discussione l’avrebbe messa il giorno dopo la FDA con una nota che ribadiva l’assenza, al momento, di terapie per il COVID-19 passibili di rapida approvazione da parte dell’ente.
Peccato che poche ore dopo, durante la consueta conferenza stampa da Pennsylvania Avenue sull’emergenza Covid-19, andava in scena un singolare scontro tra Trump e Fauci, contraddettisi l’uno a fianco dell’altro, a favore di telecamere, sulle fantomatiche terapie. “Ho buone sensazioni sulle (terapie)”, ha affermato il presidente. “Solo una sensazione. Ma sapete, sono un uomo molto intelligente…”.
Non pago di aver umiliato il suo principale collaboratore scientifico davanti a milioni di telespettatori, Trump il giorno dopo tornava alla carica con la sua arma preferita, Twitter, scagliando in direzione dei suoi 75 milioni di follower un doppio cinguettio che salutava “clorochina” e “azitromicina” come rimedi portentosi che avrebbero “cambiato la storia della medicina”.
HYDROXYCHLOROQUINE & AZITHROMYCIN, taken together, have a real chance to be one of the biggest game changers in the history of medicine. The FDA has moved mountains – Thank You! Hopefully they will BOTH (H works better with A, International Journal of Antimicrobial Agents)…..
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 21, 2020
Lungi dall’essere stato un semplice colpo di testa da parte del magnate, quel tweet è stato semmai un riflesso della notizia più importante di quel giorno: la conclusione di uno studio condotto a Marsiglia su 24 pazienti sottoposti a trattamento con un farmaco a base di idrossiclorochina chiamato Plaquenil da cui è emerso, secondo quanto ha raccontato ai media Didier Raoult, direttore dell’Istituto ospedaliero universitario Méditerranée Infection che il 75% dei soggetti trattati con il Plaquenil “dopo sei giorni di trattamento aveva una carica virale negativa”, ovvero non aveva più il virus attivo all’interno del proprio corpo.
Non è tutto. Qualcuno deve aver anche sussurrato a Trump che quello stesso giorno il colosso della farmaceutica Mylan aveva riavviato la produzione di tavolette di solfato di idrossiclorochina nel proprio stabilimento della West Virgina con l’esplicito proposito di “andare incontro alla crescente domanda potenziale che derivasse dalla potenziale efficacia del prodotto contro il Covid-19”.
Nella nota, l’azienda annunciava poi che avrebbe cominciato a distribuire la terapia a partire da metà aprile, quando la produzione di tavolette di idrossiclorochina dovrebbe aver raggiunto quota cinquanta milioni con la conseguente possibilità di curare più di un milione e mezzo di persone affette da Coronavirus.
Mylan, infine, comunicava la propria intenzione di avviare già nelle prossime settimane la produzione all’estero di un rimedio che, come sottolinea la nota aziendale, è stato inserito dall’OMS nella lista dei farmaci da tenere sotto osservazione in vista dello sviluppo di una terapia approvata in tutte le sedi e con tutti i crismi.
È insomma questo il contesto – alquanto schizofrenico – in cui è andato in scena, nel fine settimana, una vera e propria gazzarra social tra i sostenitori di Trump e delle sue certezze sulla clorochina da un lato e, dall’altro, i detrattori del presidente e di un farmaco che avrebbe persino effetti collaterali letali:
BREAKING: There is an anti-malaria drug called Hydroxychloroquine that looks to be highly effective at treating Coronavirus.
Initial tests show that on a dose of 600mg, 90% of infected COVID-19 patients tested negative in just 6 days. pic.twitter.com/XXDamhYmvn
— Michael Coudrey (@MichaelCoudrey) March 18, 2020
NEW DATA: A French study has demonstrated evidence that the combination of Hydroxychloroquine & Azithromycin are highly effective in treating Covid-19.
The patients enrolled in the study showed complete viral eradication around the 5th day of treatment. https://t.co/WnGs5PKOpn pic.twitter.com/JZzZ66w4rL
— Michael Coudrey (@MichaelCoudrey) March 21, 2020
These doctors are using hydroxychloroquine on COVID-19 patients in Kansas, and they're sharing their story. It's working. #Coronavirus https://t.co/v0QKphF6H8
— Herman Cain (@THEHermanCain) March 22, 2020
Fact: Reports of successful use of hydroxychloroquine + azithromycin to treat COVID-19 are NOT merely “anecdotal.” Saying this dismisses findings of France’s top epidemiological researchers. Dr. Fauci, meet Prof. Raoult Didier. https://t.co/spk4TE9u0s
— Laura Ingraham (@IngrahamAngle) March 22, 2020
BREAKING: New controlled clinical study conducted by doctors in France shows that a combo of Hydroxychloroquine and Azithromycin (Z-Pak) cures 100% of coronavirus patients within 6 days of treatment (https://t.co/52pRvAfA2H) | Tech News | Startups News https://t.co/UkOhYem1ZB
— Raymundo RivaPalacio (@rivapa) March 22, 2020
Please don't take hydroxychloroquine (Plaquenil) plus Azithromycin for #COVID19 UNLESS your doctor prescribes it. Both drugs affect the QT interval of your heart and can lead to arrhythmias and sudden death, especially if you are taking other meds or have a heart condition.
— Dr. Edsel Salvana (@EdselSalvana) March 21, 2020
Do NOT LISTEN TO TRUMP ABOUT MEDICATION. His advice can kill you
He is pushing a cominbntion of hydroxychloroquine (for types of malaria and autoimmune diseases) and Azithromycin (an antibiotic) THIS COMBINATION CAN KILL YOU. …
— Kurt Eichenwald (@kurteichenwald) March 22, 2020
Al di fuori del mondo virtuale, tuttavia, è fortunatamente ancora la parola della scienza a dettare legge. Reuters non a caso ha informato ieri che i board delle farmacie di Texas, Ohio, Idaho e Nevada hanno provveduto ad emanare disposizioni che restringono la possibilità per i medici di curare i pazienti con la clorochina come – secondo quanto ha riferito a Reuters Erin Fox, direttore delle informazioni farmaceutiche all’Università della Salute dello Utah – starebbero già facendo somministrandola a sé stessi o a i loro familiari, col risultato di azzerarne le scorte presenti nei magazzini delle farmacie.