Polemiche a non finire per le visite “velate” in Iran di Lady Pesc e della vicesegretaria del Pd.
Laura Boldrini, Federica Mogherini e Debora Serracchiani. Tutte col burqa, in rigoroso ordine cronologico. Se il nostro governo per ricevere il presidente della Repubblica islamica dell’Iran Rohani copre le statue nude in Campidoglio vergognandosi della nostra cultura millenaria e denotando un sudditanza nei confronti dell’ospite persiano e dei suoi 17 miliardi di investimenti per le aziende del nostro Paese, le esponenti politiche del centrosinistra non sono da meno, prestandosi tranquillamente ad assecondare tutte, ma proprio tutte, le tradizioni islamiche. E pazienza se alcune di esse facciano rima con violazione dei diritti umani e releghino la figura femminile a un ruolo di detta inferiorità rispetto a quella maschile.
La Boldrini ha dalla sua il fatto che quando ha indossato il velo islamico si trovava nella moschea di Roma. A ciascun uomo viene naturale indossare la kippah se entra in una moschea o togliersi il cappello in chiesa.
Ma il discorso per la Mogherini e la Serracchiani è diversa: loro trovandosi in Iran per una visita ufficiale non erano tenute a indossare il velo, come tempo fa siegava Stefania Craxi: «In visite istituzionali non serve, ma se si incontra un’autorità religiosa è giusto».
Le chiacchiere però stanno a zero: le nostre politiche quando vanno a Teheran si sentono in dovere di indossare il burqa per rispetto della cultura islamica, quando viene a Roma Rohani noi ci sentiamo in dovere di coprire le statue che rappresentano il nostro patrimonio culturare. Strano. Ma tant’è.
19 OTTOBRE 2014
Velo in testa, arabo fluente. La presidente della Camera Laura Boldrini visita la Grande Moschea di Roma e non nasconde la propria gioia. «Qui mi sento a mio agio e non ho paura», sottolinea pensando «ai tanti di voi messi all’angolo per colpa della propaganda. Spero che gli italiani sappiano distinguere l’Islam è pace e l’Isis è terrore, minaccia per il mondo intero».
28 LUGLIO 2015
È della scorsa estate, invece, la visita di Federica Mogherini, in qualità di Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, a Teheran. Lady Pesc, a due settimane dalla firma dell’intesa sul nucleare di Teheran. incontra indossando il velo islamico il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif che commenta entusiasta: «Da oggi si apre una nuova stagione di dialogo di alto livello tra Europa e Iran», con diversi ambiti di cooperazione tra i quali «energia, trasporti, diritti umani, ambiente e traffico di droga».
11 GENNAIO 2016
Polemiche a non finire invece sul velo indossato dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e vicesegretario del Partito democratico Debora Serracchiani, in missione istituzionale a Teherah. Nelle immagini che ritraggono la governatrice nei vari momenti della visita, la Serracchiani ha infatti addosso un velo che le copre i capelli. Il senatore Pd Lodovico Sonego va giù duro: «La Presidente Serracchiani col velo. Immagine dolorosa, a maggior ragione dopo i fatti di Colonia. Ho sempre cosiderato un errore la prassi del capo coperto, anche in occasione di visite al sommo Pontefice». La governatrice replica stizzita: «Preferisco coprirmi e aprire dialoghi. Per andare in Iran le donne devono indossare un velo, altrimenti si resta a casa e fuori da quel Paese». Un fatto però smentito, come detto, da Stefania Craxi: nelle visite istituzionali il velo non servirebbe. Tant’è che lo scontro dura giorni, con Sonego che rincara la dose: «Si tratta di una ostentazione della sottomissione della donna e della negazione dell’uguaglianza rispetto all’uomo. La violazione del principio dell’uguaglianza. Quella sottomissione è ancor più inaccettabile se assentita da chi ricopre una rilevante carica istituzionale ed esercita una importante funzione di leadership politica nazionale. Donne a capo coperto mai, innanzi a chiunque».
Non mancano le proteste della società civile. Come la dura presa di posizione del sociologo Marco Orioles: «Per un pugno di euro, sono pronti a vendere l’anima di un continente che politicanti come Serracchiani e la pessima e parimenti velata Mogherini non sono degni di rappresentare». «Dicono di rispettare le tradizioni locali, e fanno finta di non sapere che in Iran l’hijab è obbligatorio e rappresenta una delle tante prevaricazioni di un regime impresentabile. L’Occidente può e deve sviluppare relazioni con le dittature, anche con quelle totalitarie come Cina e Iran. Ma non deve mai ripudiare i valori democratici e i principi liberali che lo contraddistinguono e che avrebbe il dovere di promuovere insieme alle sue merci. Pecunia non olet, dice l’adagio. Ma l’odore dei corpi dei gay impiccati o delle donne lapidate in Iran, la numero 2 del Pd lo dovrebbe sentire».