Come si muove in Italia Hpe (Hewlett Packard Enterprise) per scalzare Huawei nel 5G.
I gruppi americani attivi nel 5G iniziano a coccolare istituzioni e società attive in Italia per scalzare Huawei e candidarsi come Ericsson, Nokia, Microsoft e Cisco a realizzare la rete 5G in Italia, mentre il governo ha posto paletti tosti al gruppo cinese (paletti su cui analisti, osservatori e giornali si accapigliano).
Mentre Mike Pompeo si accingeva a varcare il suolo patrio, riportando in auge l’irrisolta discussione del 5G in Italia, chi ha partecipato al webinar “Open 5G – L’alternativa americana al 5G” organizzato ieri dal Centro Studi Americani (Csa) presieduto da Gianni De Gennaro – prossimo presidente della Banca Popolare di Bari, dopo non essere riconfermato a sorpresa dal governo presidente di Leonardo – ha potuto ascoltare dalla viva voce dell’ad e presidente di Hpe (Hewlett Packard Enterprise), Stefano Venturi, in cosa consista una possibile alternativa al 5G cinese: l’Open 5G.
L’ALTERNATIVA HPE AL 5G CINESE
Hpe (che ha sponsorizzato il seminario del Csa, “in collazione con Hewlett Packard Enterprise”) è uno spin-off di Hp che ha mantenuto un’organizzazione specializzata nelle telecomunicazioni (CMS, si chiamava OpenCall vari anni fa), che fa prodotti e soluzioni specifici per le telecomunicazioni, in diretta concorrenza con Huawei.
COSA FA HPE
HPE IN CONCORRENZA CON HUAWEI
OPEN 5G
Ma cosa ci vuole per poter implementare l’Open 5G? A questa domanda, Venturi ha risposto sottolineando che “si tratta di creare un ecosistema di partership da portare dentro la partita, portando l’innovazione dentro la rete”. È l’esatto contrario di quanto avviene con le reti tradizionali, ha chiarito Venturi, “laddove uno sceglie la tecnologia di un vendor o un altro e la partita è finita”.
ECOSISTEMA DI PARTNER
Da un punto di vista tecnico, cosa significa portare l’IT vicino ai clienti? “Significa anzitutto portare la capacità computazionale vicino all’antenna e non al data center. La portiamo con dei micro-computer molto potenti che si trovano là dove il dato viene raccolto. Al tempo stesso, abbiamo dei software di gestione che gestiscono i server in modo semplice e flessibile. Un altro punto di forza è lo sgancio tra wi-fi e mobile: con la tecnologia che abbiamo sviluppato si può passare in estrema sicurezza dal wi-.fi al mobile”.
LA SPINTA PER LE STARTUP
Ma il punto su cui Venturi insiste per sottolineare quanto la soluzione Open 5G sia la migliore per la sicurezza è il fatto – prosegue – di “permettere alle industrie locali dei vari paesi di inserire i propri strati nell’offerta, permettendo alle start-up di entrare nella partita e agli operatori e alle imprese di affidarsi al meglio del meglio che c’è nel mercato, senza rimanere affidati ad un unico vendor che offre sia l’antenna che il sistema di switching e distribuzione dei dati”.
LE CHANCE DELL’OPEN 5G
L’Open 5G presenta poi un’altra differenza madre rispetto ai sistemi cinesi. Laddove i produttori di Pechino sono generosamente sovvenzionati dallo Stato, sottolinea Venturi, “con l’Open 5G si può creare un ecosistema di startup e partner che possono accogliere capitale di rischio, investirlo per fare innovazione e muoversi più rapidamente di qualsiasi altro per portare avanti i nuovi servizi”.
HPE E’ L’UNICO VENDOR USA CHE HA UN IMPIANTO CERTIFICATO DALLA NSA
Sempre in merito alla sicurezza, Venturi ha voluto precisare che HPE è l’unico vendor Usa che ha un impianto interamente certificato dalla NSA quanto alla certificazione della sicurezza dei software e degli hardware che vengono realizzati.
LA CONCLUSIONE DI VENTURI
“Ma il miglior modo per avere sicurezza”, è la conclusione di Venturi, “è avere sistemi aperti. Riteniamo quindi che debbano aderire in tanti all’Open 5G, ognuno occupandosi di uno strato. Tutto questo ricordiamolo ha a che fare la sovranità del dato, che è un’opportunità che può fornire solo un sistema Open5G”.