L’articolo “Il modello di comunicazione fascista. Le frasi lapidarie di Mussolini tra oratoria e propaganda” (Comunicazioni sociali, a. XXI, n. 2, aprile/giugno 1999: pp. 229-245) sintetizza i contenuti della tesi di laurea di Marco Orioles, la quale entra nel merito di un aspetto chiave del Ventennio fascista: lo sforzo profuso dal regime per costruire l’immagine del capo, il Duce. La figura di Benito Mussolini è stata al centro di una macchina propagandistica che ha agito su tutti i canali comunicativi: i nuovi mass media, come radio e cinema, ma anche strumenti più artigianali come le scritte murali. È su quest’ultima tecnica che si concentra lo studio di Orioles. Oltre a raccogliere un ricco repertorio iconografico, lo studio ricostruisce il percorso che conduceva all’estrapolazione, dalla torrentizia produzione oratoria di Mussolini, di frasi lapidarie che sintetizzavano l’ideologia fascista e si prestavano ad una riproduzione sistematica su vari supporti, di cui le scritte murali sono solo un esempio. Le scritte superstiti che appaiono oggi sulle superfici di vari edifici pubblici e privati documentano il tentativo del regime di conquistare il consenso popolare sfruttando intensivamente le doti retoriche del leader. Operazione che nulla ha da invidiare alle odierne campagne di marketing politico e che documenta la centralità della comunicazione nella sfera politica.
Anno di Pubblicazione
1999
Editore
Comunicazioni sociali