L’ora X per i cittadini europei è scoccata alle tre del pomeriggio del 21 dicembre, m quando l’Agenzia Ue per il farmaco (EMA) ha certificato la sicurezza del vaccino Pfizer- BioNTech autorizzandone la distribuzione nel Vecchio Continente. Circa tre ore dopo, la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen poteva annunciare così il via libera finale alla commercializzazione dell’antidoto nei 27 Paesi dell’Unione: “iniziamo a voltare pagina, altri vaccini arriveranno” ha sottolineato la presidente ricordando come il passaggio all’Ema per il vaccino Moderna è atteso per il 6 gennaio e quello per AstraZeneca il 12 gennaio. Nel complesso, grazie a questi e ad altri contratti con le case farmaceutiche negoziati da Bruxelles, l’Unione può contare su un potenziale di due miliardi di dosi del prezioso farmaco. All’Ema fanno notare la straordinaria rapidità del processo con cui si è arrivati alla messa a punto del vaccino: “un risultato senza precedenti”, si sottolinea. La campagna vaccinale può ora partire, seppur in ritardo rispetto a Regno Unito, Canada e Usa: un ritardo strettamente legato a esigenze di sicurezza implicate dalla scelta dell’autorizzazione condizionata che richiede un processo scientifico rigoroso e indipendente che passa attraverso un controllo accurato dei dati della sperimentazione. Le prime dosi saranno somministrate simbolicamente in contemporanea in tutta Europa nel giorno di domenica 27; subito dopo sarà avviato in Italia il piano vaccinale gestito dal commissario Arcuri seguendo il criterio della somministrazione prioritaria alle categorie a maggior rischio: personale sanitario e ospiti delle RSA. Seguiranno gli anziani con oltre 80 anni e poi a cascata tutta la popolazione. Gli scienziati dell’Ema hanno confermato che l’antidoto si è dimostrato efficace al 95% nell’inibire il Covid 19: quanto alla preoccupazione dell’ultima ora, ossia che il vaccino non copra la variante inglese del virus, il capo della sezione vaccini dell’Ema Marco Cavaleri ritiene “molto probabile che il vaccino manterrà la sua protezione anche contro questo nuovo ceppo”. Per il nostro Paese la vera sfida adesso consiste nell’indurre il maggior numero possibile di cittadini a vaccinarsi. Scartata per ragioni di opportunità la strada dell’obbligatorietà nonostante vi fosse chi la invocava, la sola via da perseguire per raggiungere l’obiettivo cruciale dell’immunità di gregge consiste nel lanciare una massiccia campagna di informazione all’insegna della massima trasparenza. In questo modo si potranno arginare le spinte contrarie dei più riluttanti e recuperare magari qualche negazionista. Sarà opportuno nel frattempo monitorare attentamente il web per contrastare la circolazione di fake news sui vaccini che già ora abbondano. Il virus ci ha già costretto quest’anno a dolorosi sacrifici, non ultima la chiusura delle scuole, le serrate e la blindatura delle festività natalizie. Non vorremmo che qualche persona disinformata di troppo o qualche strampalata teoria del complotto compromettesse la tanto sospirata ripresa che gli italiani attendono nel 2021.
Il vaccino c’è. Ora servono informazione e trasparenza
Pubblicato il 23/12/2020 - Il Piccolo
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