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“L’America di Biden guarda all’Asia, l’Europa rischia di venire dopo”

Pubblicato il 03/12/2020 - Messaggero Veneto

Quando il 20 gennaio prossimo ci sarà l’avvicendamento tra Donald Trump e Joe Biden alla Casa Bianca molti cambiamenti si potranno osservare  nella condotta internazionale degli USA. Al di là di una macroscopica differenza di indole, il nuovo Presidente si caratterizza per una visione del mondo diametralmente opposta a quella del suo predecessore. Per capire bene che cosa ci si possa aspettare dalla presidenza Biden in materia di politica estera, ci siamo rivolti a un autorevole osservatore quale è Carlo Jean, già Generale di Corpo d’Armata, e ora  autorevole commentatore ed esperto di questioni geopolitiche, che molti ricordano come apprezzato consigliere militare del Presidente Cossiga. Al generale abbiamo chiesto anzitutto chiesto che tipo di mutazioni si attende nel quadro strategico degli Usa. “Sicuramente Biden – è la sua risposta – dovrà definire una strategia globale degli Stati Uniti nei confronti della Cina, strategia che non era stata definita da Trump se non con i suoi scatti adrenalinici. Biden, invece, dovrà elaborarla. Però c’è da dire una cosa, che gli Stati Uniti non sono più quelli di una volta. Verosimilmente, anzi sicuramente, nella strategia globale avranno bisogno di alleati, e gli alleati saranno le democrazie sia asiatiche sia europee. Il problema è che le democrazie asiatiche, dall’India all’Australia, Giappone, Corea avranno un peso molto maggior di quelle europee, che invece avevamo un peso durante la guerra fredda. Questo perché il teatro principale di scontro non è più l’Europa, come una volta, ma il sistema indopacifico su cui l’Europa ha ben poco da masticare“. Ricordandoci che fu Obama il primo a seguire una linea asiatica, la politica estera di Biden ne ricalcherà allora le orme? “Solo entro certi limiti, nel senso che Obama dava molta importanza ai principi, agli ideali, alla visione del mondo, mentre Biden, in particolare il suo designato Segretario di Stato Anthony Blinken, sembrano molto più con i piedi per terra e daranno assoluta preferenza agli interessi concreti degli Stati Uniti”. Un capitolo molto importante saranno le relazioni con l’Europa, ripetutamente bistrattata da Trump. Cosa cambierà con Biden? “A mio avviso  – prevede il generale – mentre Trump con le sue sanzioni e minacce unificava l’Europa anche se supponeva di frammentarla, Biden con la sua mano di velluto, anziché unire l’Europa, rischia di dividerla perché Francia e Germania hanno visioni differenti sul futuro del Vecchio Continente: la Germania guarda alla geopolitica dell’Est europeo, sostanzialmente della Russia, del Caucaso, in parte anche dell’ex Impero ottomano, invece la Francia guarda al Sud, all’Africa e così via”. Ma come è possibile una conciliazione tra sguardi così differenti? “Le visioni tedesca e francese sono componibili solo fino a un certo punto perché implicano priorità del tutto diverse anche da un punto di vista diciamo così di preparazione militare, di priorità diplomatiche, economiche e geopolitiche, al punti da far scricchiolare l’asse franco-tedesco, come dimostrato dalle polemiche sorte tra Macron e la Ministra della difesa tedesca Kramp-Karrenbauer, quella che praticamente non vuole che si parli di autonomia strategica dell’Europa dicendo che è solamente fumo ma vuole parlare di pilastro europeo della Nato“. L’Italia aveva con l’amministrazione Trump un rapporto tutto sommato sereno: tutti ricordano il tweet benevolo nei confronti di Giuseppi. Sarà così anche con l’amministrazione Biden? “Con Biden il confronto tra gli Stati Uniti e la Cina si irrigidirà ulteriormente e di conseguenza l’Italia, che ha fatto la furbastra con quel Memorandum sulla via della seta che non ci porta nessun vantaggio rischia di lasciarci le penne”.

Biden JoeMessaggero VenetoUsa
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