Il quotidiano israeliano Haaretz delinea i primi comparti di collaborazione fra Israele ed Emirati Arabi Uniti dopo la firma degli storici accordi
La firma degli accordi cosiddetti di “Abramo” tra Israele e Emirati Arabi Uniti non si è limitata a normalizzare le relazioni diplomatiche tra i due paesi e ad archiviare così decenni di aperta ostilità.
L’intesa ha stuzzicato l’appetito di chi intravede all’orizzonte nuovi e promettenti ambiti di cooperazione tra i due ex nemici, e il candidato più promettente secondo il quotidiano israeliano Haaretz potrebbe essere l’Intelligenza Artificiale.
SECONDO HAARETZ L’AI POTREBBE ESSERE UNO DEI TERRENI DI COLLABORAZIONE TRA ISRAELE ED UAE
Haaretz esprime questo auspicio esordendo con una premessa: è da anni che le aziende hi-tech israeliane sono molto attive nel Golfo Persico, sebbene in gran segreto, e vendono a vari clienti pubblici e privati tecnologie all’avanguardia.
PER ANNI, IN GRAN SEGRETO, LE AZIENDE ISRAELIANE HANNO VENDUTO PRODOTTI HI-TECHI ALLE NAZIONI DEL GOLFO
Ecco dunque che, seguendo l’auspicio di Haaretz, i cyber-deal che Israele e i Paesi del Golfo come gli Emirati hanno concluso nell’oscurità potrebbero finalmente venire a galla e generare una cooperazione promettente per entrambe le parti.
Gli Emirati rappresentano il luogo perfetto per Israele per sviluppare nuove strategie di AI in sinergia tra i due paesi, avendo la nazione araba autonomamente capito tempo addietro che questo campo avrebbe generato una rivoluzione il cui treno occorreva agganciare quanto prima. Per questo motivo le autorità di Abu Dhabi non hanno badato a spese per avviare il paese in questa direzione.
NELL’OTTOBRE 2017 GLI EMIRATI NOMINANO PER LA PRIMA VOLTA UN MINISTERO PER L’AI
Una prima prova tangibile del nuovo interesse degli Emirati per l’AI arriva l’ottobre del 2017 con la nomina di un ministro per l’Intelligenza Artificiale, Omar al Alama, la cui nomina e la parallela nascita di un ministero dedicato sono la miglior riprova dell’interesse di Abu Dhabi a ottenere il massimo da questi sforzi.
Idem dicasi per la rivelazione, avvenuta lo stesso anno, di un Piano strategico nazionale per l’AI, con la quale gli Emirati puntano a diventare una nazione leader nel settore entro il 2031. Come per gli altri paesi, anche il Piano emiratino ricomprende diversi ambiti di intervento in cui valorizzare l’uso della tecnologia: dai trasporti, alla salute, alle energie rinnovabili, all’ambiente, all’acqua fino allo spazio.
Un dettaglio particolare della strategia emiratina è l’enfasi apposta sulla diffusione della cultura tecnologica e dell’AI in particolare in tutta la società, in modo da favorire uno sviluppo ulteriore del campo. Per questo il governo ha investito in tutta una serie di progetti per sviluppare il capitale umano necessario.
GLI UAE HANNO DA POCO REALIZZATO UN’UNIVERSITA’ INTERAMENTE DEDICATA AGLI STUDI DI AI
Il passo certamente più significativo fatto in questa direzione è la creazione di una università dedicata specificamente all’AI, la Mohamned bin Zayed University, che offre una formazione avanzata in diverse specialità di AI e dove si studiano le consuete materie curriculari, dal machine learning, alla computer vision fino al natural language processing. Da qualche tempo a questa parte, la Mohammed bin Zayed ha anche attivato dei dottorati di ricerca.
Gli Emirati sono all’inizio di un’avventura che potrebbe portarli lontano. Ed è qui che secondo Haaretz casca a pennello il ruolo di Israele, che potrebbe dirottare parte dei propri investimenti nelle solerti aziende di Abu Dhabi e condividere con gli scienziati e tecnici del paese le conoscenze accumulate negli anni in cui Israele è lentamente ascesa sulla soglia dei primatisti mondiali nel campo dell’Ai.
Quel che Haaretz intravede all’orizzonte sono dunque joint venture, studi accademici in comune, formazione congiunta, ricercar condivisa, sviluppo congiunto di tecnologie commerciali all’avanguardia, il tutto nell’ottica di rendere i due partner uno indispensabile all’altro.
Se scritte appena tre settimane fa, le parole del quotidiano israeliano sarebbero stato considerate come segno di bizzarria. Oggi invece indicano una delle direzioni più promettenti in può incamminarsi la rinnovata amicizia tra Israele ed Emirati Arabi Uniti.