Una società multietnica e multireligiosa in cui culture e identità si armonizzano senza conflitti. Stando ai risultati della ricerca “La seconda generazione di migranti in Friuli Venezia Giulia” – svolta da Marco Orioles per l’Università di Udine e finanziata dalla Regione – il paradigma dello “scontro di civiltà” qui non sembra attecchire e, anzi, la buona integrazione dei giovani di origine straniera risulta raggiunta.
Al convegno di presentazione dei risultati dell’indagine, organizzato dall’Università del Friuli assieme al Club Unesco di Udine e moderato dal direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier, sono state indicate solo due zone d’ombra: la scuola e il mercato del lavoro.
La ricerca, condotta attraverso un centinaio di interviste, ha fatto luce sulle dinamiche di vita e sulle aspettative che riguardano in Friuli Venezia Giulia circa 35mila bambini e ragazzi da 0 a 25 anni. In tutti gli ordini scolastici degli istituti della regione si contano 14 mila alunni di origine straniera (11,5 per cento della popolazione scolastica, dati 2012-2013).
“L’integrazione è riuscita – nota Orioles, ricercatore di Sociologia dell’ateneo friulano – ma desta preoccupazione la tendenza dei giovani stranieri a prediligere percorsi brevi e orientati a un immediato inserimento lavorativo. Un fatto, questo, che rende difficile incanalare con successo le seconde generazioni verso alti profili professionali. Se non hanno successo nella scuola e se non riescono a trovare spazi di qualità nel mercato del lavoro, i figli di immigrati vanno ad alimentare l’esclusione sociale, in opposizione alla società ricevente e alle sue istituzioni”, ha messo in guardia Orioles, invitando proprio queste ultime ad adottare politiche di orientamento scolastico e del lavoro a favore delle nuove generazioni di immigrati.
A rispondere per l’Amministrazione regionale è stato l’assessore alla Cultura, Gianni Torrenti, che ha ricordato come la Regione Friuli Venezia Giulia abbia in materia di immigrazione un buon programma annuale di interventi strutturati “che – ha sottolineato – proprio in virtù del momento favorevole, di non emergenza, possono essere gestiti in maniera fruttuosa e incanalati in settori mirati e di prevenzione”.
Tra le questioni che meritano maggiore attenzione, secondo Torrenti, oltre a quelle dell’orientamento scolastico vi sono “l’allentamento della pressione del senso di responsabilità che grava proprio sulle seconde generazioni”. In merito – ha osservato l’assessore – “va fatto un intervento di sostegno sulle famiglie, complesso ma necessario”.
Da non sottovalutare anche, secondo Torrenti, la necessità di favorire l’accesso al credito e la gestione delle questioni di “integrazione orizzontale”, ovvero la buona convivenza tra le diverse comunità di migranti presenti sul territorio regionale.
Sono intervenuti al convegno, oltre al sindaco di Udine Furio Honsell e l’assessore comunale Antonella Nonino, la presidente del Club Unesco Udine, Renata Capria D’Aronco, e la dirigente dell’Istituto B. Stringher di Udine, Anna Maria Zilli.