Chi frequenta la piazza dei social sa che, da qualche tempo a questa parte, in Borgo Stazione qualcosa si muove. Motivati dal sociologo Marco Orioles che da un ventennio monitora le dinamiche socioculturali di un quartiere cui ha dedicato tempo fa anche un libro (“La casbah di Udine”), un gruppo di udinesi ha deciso di “scendere in campo” e impegnarsi nel promuovere la riscoperta collettiva di una zona della città unica nel suo genere e senza paragoni nell’intero paesaggio regionale.
Uniti da un’autentica fascinazione per un luogo che è stato eletto dai diversi popoli e culture presenti sul nostro territorio come punto di incontro, ma anche dalla volontà di combattere lo stigma che colpisce il quartiere inducendo tanti concittadini a tenersene alla larga, è stato deciso di organizzare una serie di iniziative che si prefiggono di attirare quante più persone possibile nel Borgo con l’auspicio che possano aprire i propri occhi sulla ricchezza, umana e materiale, che si cela tra le vie, dentro gli edifici e sui marciapiedi del quartiere. “Senza voler formalizzare uno slancio mosso più dal senso civico che da esigenze di tipo prettamente scientifico che non ci sono tuttavia estranee – spiega Orioles – possiamo definire il nostro un progetto sociologico di “ricerca-azione” che coltiva un obiettivo chiave: raccogliere quante più conoscenze possibili su tutto ciò che vive e si muove in Borgo Stazione per dare forma ad un “racconto” da diffondere a tutto spiano”.
“Uno sforzo”, prosegue Orioles, “di presentare il quartiere sotto un’altra luce che si concretizzerà sia attraverso incontri organizzati nello stesso Borgo che ricorrendo ai vari strumenti comunicativi e alle forme espressive – a partire dai video, che sono e saranno sempre più il mezzo privilegiato di condivisione del nostro lavoro – messi a disposizione dalle nuove tecnologie”.
“Oggi pomeriggio per esempio – aggiunge Orioles – ci daremo appuntamento alle 16 all’angolo via Roma-via Battistig per realizzare una ricognizione e videomappatura dell’emporio multiculturale che sorge entro e sempre più anche fuori dai confini del Borgo. Oltre a ricavarne un video e una mappa multimediale, cercheremo di soddisfare alcune curiosità: quanti sono complessivamente i negozi “etnici” presenti nel quartiere? Quali le tipologie di esercizio commerciale? E quante e quali le nazionalità dei titolari? Dietro a quello che la deformazione professionale mi spingerebbe a definire censimento delle attività economiche si cela, in realtà, un blitz animato da un duplice intento: approfondire l’amicizia con i commercianti del Borgo e scatenare nei loro confronti la massima simpatia”.
Tra gli ulteriori obiettivi dell’operazione c’è non a caso quello di andare a conoscere – e formulare loro gli auguri – gli immigrati che hanno aperto da poco bottega nel quartiere, particolarmente in quelle sue propaggini sviluppatesi recentemente – dalla zona di via della Rosta a quella che si snoda tra viale Ungheria e il Parco Martiri delle Foibe – attraverso l’innesto di nuove attività. P
I risultati della ricognizone saranno resi noti in anteprima durante un’altra iniziativa in programma il 19 ottobre, l’“Aperitivo dadaista in Borgo Stazione con tour del quartiere e finale a sorpresa”, a cui parteciperanno l’artista Rocco Burtone e altri protagonisti (Simonetta Di Zanutto, Roberto Muradore, Piero Villotta).