Un viaggio nella spiritualità di ieri e di oggi, al crocevia tra Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Già il Decamerone – nella novella “Melchisedech e il Saladino” – pare anticipare il tema dell’incontro proposto per sabato 15 novembre dall’associazione Liberal Belluno. Con tanto di morale finale: il messaggio di Boccaccio è che Dio non ha preferenze per una delle tre religioni, quindi nessuna di esse può dirsi depositaria esclusiva della verità. Ad entrare nelle pieghe della delicata questione sarà Alessandro Grossato, geopolitico, orientalista e storico delle religioni, docente di Religioni non cristiane presso la facoltà Teologica del Triveneto a Padova. Ad affiancarlo – sul palco del Centro Congressi Giovanni XXIII alle 17.30 – Marco Orioles, docente di sociologia all’Università di Udine. Modera l’incontro Giancarlo D’Agostino, capocronista del Gazzettino di Belluno.
Nella novella di Boccaccio si parla di tre anelli donati dal Saladino ai tre figli ugualmente amati.«Gli anelli rappresentano le tre diverse leggi delle tre religioni del Libro. Per Boccaccio, la ?vera leggé può essere comprovata solo dall’effettiva condotta morale che ciascun individuo ha nel corso della sua vita, tant’è che oggi per alcuni la parabola è una sorta di manifesto del relativismo religioso».
Lei sostiene che fra le tre religioni ci furono più contatti e commistioni di quel che normalmente si pensa.
«Scambi e innesti che si verificarono e si verificano tuttora non solo in ambito religioso, ma specialmente in quello della mistica e dei rispettivi esoterismi».
E chi prese di più dagli altri?
«Senza dubbio furono i cristiani. Attinsero dall’esoterismo islamico, soprattutto nel periodo delle Crociate, e da quello ebraico a partire dal Rinascimento fino alla fine del 1700».
Un famoso dipinto di Giorgione, per certi versi ancora misterioso, fa da copertina alla sua più recente pubblicazione: “Le tre anella, al crocevia spirituale tra ebraismo, cristianesimo e islam”, VI volume dei Quaderni e Studi indo-mediterranei (editore dell’Orso, Alessandria).
«Sì, è un dettaglio dei “Tre filosofi”, che si distinguono per essere abbigliati come un cristiano, un ebreo e un musulmano. Ho il sospetto che manchi, però, un altro personaggio, “l’agnostico gentile in cerca di una fede” così ben descritto da Raimondo Lullo. Ma forse è semplicemente lo spettatore che guarda quel quadro. Sempre diverso, e sempre in attesa di una risposta su quale sia, infine, la vera fede».
Un viaggio nella spiritualità di ieri e di oggi
Pubblicato il 09/11/2014 - Il Gazzettino
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