skip to Main Content

Caso burkini: l’integralismo di imporre certe regole

Pubblicato il 19/08/2016 - Messaggero Veneto

La questione del burkini è tutta extragiuridica. È evidente infatti che una civiltà liberale come quella italiana non può, a parte le eccezioni di legge, stabilire cosa una persona possa indossare o meno. Il nocciolo della questione rimanda invece alle forze interne all’islam che vogliono promuovere determinati stili di vita tra i fedeli. Forze che rimandano al campo molto stratificato dell’integralismo islamico, che si manifesta con particolare evidenza proprio quando è in gioco il ruolo della donna. Pretendere che una donna si copra integralmente quando è in spiaggia, o è per strada, tradisce una visione della stessa come corpo peccaminoso da occultare alla vista dell’uomo per non suscitare in lui indebite reazioni. Questa concezione del rapporto tra i sessi è assai lontana dalla nostra, nella quale uomo e donna sono e si ritengono liberi di seguire le proprie scelte in tutti i campi, abbigliamento compreso, senza che ciò abbia particolari implicazioni nel rapporto reciproco. Ma nel caso dell’islam integralista questo non è possibile, perché il suo ideale è la separazione dei sessi. Separazione che va realizzata con comportamenti atti a far incrociare il meno possibile le donne e gli uomini non imparentati in svariati ambiti della vita. Di qui le richieste di piscine separate per donne, o il divieto di strette di mano tra esponenti di sesso diverso. In filigrana, dietro la questione del burkini si intravede perciò una concezione dei rapporti sociali del tutto incompatibile con la nostra. Una concezione che trova però vivaci interpreti all’interno dell’islam europeo, dove sono numerose le personalità e i movimenti fondamentalisti che tentano di fare breccia all’interno delle nostre società e di imporre le proprie regole al proprio gregge. Vietare il burkini potrà apparire una scelta illiberale e quindi sconsigliabile. Ciò che va fatto è invece un lavoro di persuasione nei confronti delle nostre popolazioni islamiche affinché adottino comportamenti non incompatibili con la nostra civiltà. Non è infatti interesse di nessuno creare un sistema balcanizzato, dove le comunità si chiudono nel loro involucro e seguono le proprie regole senza entrare in contatto con le altre componenti della società. A differenza della Francia, l’Italia ha una situazione meno tesa con le comunità islamiche locali. Rari sono stati gli episodi di scontro con le istituzioni, ben rappresentati dalla legge francese che vieta l’ostentazione di simboli religiosi, tra cui il velo, in spazi pubblici come le scuole. Siamo dunque ancora in tempo per costruire una relazione armoniosa con i musulmani di casa nostra; una relazione in cui i musulmani accettino volentieri di essere parte integrante, senza differenze troppo vistose, della collettività nazionale.
FranciaIslamMessaggero Veneto
Stampa

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.

Back To Top

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.